Il cambiamento climatico è, con ogni evidenza ormai, un problema cruciale dell’era contemporanea (leggi anche Cambiamento climatico: una minaccia per la biodiversità), ma lo è tanto e soprattutto per il rischio sempre più forte di perdere la straordinaria biodiversità del Pianeta Terra.

Tutela della biodiversità ed equilibrio degli ecosistemi

La drammatica riduzione della biodiversità, legata, come abbiamo visto, non solo al cambiamento climatico, ma anche alla pervasività della presenza umana, è sicuramente una minaccia per tutta la salute degli ecosistemi e, di conseguenza, per quella umana a diversi livelli.

Secondo il Programma delle Nazioni Unite (https://www.unep.org/) i diversi ecosistemi della Terra si sono ridotti sia in termini di estensione di oltre il 40%, sia in termini di qualità e varietà, generando quella che di fatto diventa anche perdita economica. Il World Economic Forum ha stimato che oltre 44 trilioni di dollari di prodotto interno lordo globale dipendono, direttamente o indirettamente, dall’ambiente e dalla natura.

Perdita del capitale naturale: un problema per le economie dei Paesi

La cattiva salute del nostro capitale naturale e dei nostri ecosistemi è una diretta conseguenza di un modello di sviluppo socio-economico sbagliato e dannoso. Quello a cui non si è pensato per molti decenni, però, è che questo progressivo impoverimento della biodiversità apra la strada, non solo a un evidente peccato ambientale, ma a un vero e proprio disastro economico e sociale.  

Purtroppo non esistono indicatori chiari e univoci per misurare le dirette conseguenze della perdita di capitale naturale, ma se pensiamo a settori economico quali agricoltura, pesca e turismo (così fondamentali per il nostro tessuto produttivo) risulterà più facile capire quali e quanto ingombranti potrebbero essere gli effetti di un impoverimento massiccio della biodiversità sui vari Paesi.

Gestione della natura: sfruttamento sostenibile della natura

Passi nella direzione giusta

Il mondo dell’Economia a livello globale ha però, finalmente, iniziato a muovere i primi passi nella direzione giusta, interessandosi a vari livelli della problematica ambientale:

  • E’ stata costituita una Taskforce on Nature-Related Financial Disclosures (TNFD) per guidare gli investimenti, indirizzandoli verso le compagnie maggiormente attente alla tutela della biodiversità;
  • La comunità politica internazionale, anche attraverso le Conferenze COP, ha iniziato a fissare punti per raggiungere l’ambizioso e importante obiettivo di invertire la rotta delle ingenti perdite di biodiversità nei prossimi 10 anni;
  • Tassonomia verde europea: come già affrontato in precedenza (Tassonomia verde: Riduzione dell’impatto ambientale e contrasto al cambiamento climatico), il mondo della Finanza ha studiato classificazione per le attività economiche sostenibili, con l’obiettivo di avere una reale trasparenza negli investimenti e di creare uno standard per le informative sugli impatti degli stessi.

Per approfondire:

Cosa fa la Taskforce on Nature-Related Financial Disclosures (TNFD)

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