A Cremona presentato il progetto sostenuto dalla Provincia in collaborazione con la Fondazione UNA Onlus alla presenza del Ministro dell’Ambiente Galletti

Salvaguardare la biodiversità senza preconcetti ideologici, valorizzare le potenzialità ambientali ed economiche del territorio cremonese attraverso una proficua collaborazione tra istituzioni e associazionismo nella gestione dell’emergenza nutrie. Questi i temi al centro del convegno “Salvaguardare la biodiversità senza ideologie” tenutosi a Palazzo Cittanova a Cremona.

All’evento hanno partecipato Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Luciano Pizzetti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento, Ildebrando Bonacini, condirettore Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Ettore Prandini, vice Presidente Coldiretti e presidente Coldiretti Lombardia, Francesca Pontiggia, Presidente Commissione Consiliare Ambiente, salute, mobilità e beni comuni – Comune di Cremona, Davide Viola, Vice presidente Provincia di Cremona, Nicola Perrotti, Presidente Fondazione UNA Onlus, Maurizio Zipponi, Presidente Comitato Scientifico Fondazione UNA Onlus, Alberto Sisti, Consigliere provinciale e Roberto Viganò, veterinario e responsabile scientifico progetto Filiera Eco-Alimentare presso Ars.UniVCo.

La nutria è una specie non autoctona introdotta in Italia per la produzione di pellicce e poi proliferata in modo incontrollato dopo la dismissione degli allevamenti, in assenza di suoi predatori naturali. Il sovrappopolamento di questa specie, oltre al alterare l’equilibrio naturale e creare pericolo per la fauna autoctona è causa di ingenti danni all’ambiente e all’agricoltura. Non esistono dati certi circa il numero di esemplari di nutrie presenti nel nord Italia. Alcune fonti, come Coldiretti, stimano un rapporto di una nutria ogni 10 abitanti in Lombardia, con il record nelle pianure di Lodi e Mantova dove si trova un roditore ogni due abitanti, e a Cremona uno ogni tre. Un rapporto molto alto quello di Cremona che pare confermato anche da altre stime diffuse dalla Regione Lombardia nel 2013 che parlano di oltre 2,3 milioni di esemplari sul solo territorio lombardo. In ogni caso un fenomeno dalle proporzioni allarmanti. La mancanza fino a poco tempo fa di politiche finalizzate al controllo di questa specie, ha prodotto negli anni una vera e propria emergenza, con danni ingenti alle aree territoriali intorno al Po, alla loro biodiversità, all’ecosistema e all’economia, in particolare a quella agricola, oltre ai gravi rischi per la sicurezza dell’uomo causati ad esempio dall’indebolimento degli argini provocato dalle buche che le nutrie scavano al loro interno per le tane.
In mancanza di un censimento esatto su queste specie cd. opportuniste e pericolose per l’ambiente, non esistono stime ufficiali sui danni economici diretti ed indiretti causati. In generale le specie invasive (e quindi non solo le nutrie) nel nostro paese si stima producano danni per oltre 100 mln di euro solo all’ agricoltura.

La Provincia di Cremona, con il supporto scientifico della Fondazione UNA e nell’ ambito della legislazione vigente, ha sperimentato il controllo di questa specie, per trovare soluzioni pratiche al fine del contenimento e nel lungo periodo dell’eliminazione dei danni al territorio e alle attività agricole. Per farlo si è creata una proficua sinergia tra eccellenze scientifiche locali (dipartimenti di Veterinaria delle Università), istituzioni (Provincia, Polizia Locale Provinciale), realtà operanti nell’ambito naturale (Enti Parco) e cittadini.
Il progetto è partito innanzitutto dalla formazione dei 700 operatori volontari autorizzati, istruiti sulla legislazione vigente e sulle caratteristiche della specie e metodologie di abbattimento e smaltimento delle nutrie.


Sul contenimento della nutria – spiega il ministro Gian Luca Galletti – siamo intervenuti con il Collegato Ambientale per colmare un vuoto normativo, prevedendo che le Regioni possano provvedere, col supporto tecnico di Ispra, a interventi organici di contenimento numerico. Oggi dunque ci sono tutti gli strumenti legali per operare, ma serve un impegno costante e continuato nel tempo. Risorse, approccio scientifico e coinvolgimento del territorio: su queste base, non certo sull’emotività, si può costruire un rapporto di convivenza tra uomo e specie animali che non metta in pericolo le specie e allo stesso tempo non crei danni all’attività umana, a partire dall’agricoltura. L’esempio della provincia di Cremona – conclude Galletti – va certamente in questa direzione“.


Maurizio Zipponi, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Una sostiene che “questo progetto esprime una visione innovativa che concilia al suo interno il rispetto dell’ambiente, la salvaguardia del territorio dai danni derivanti dalla sovrabbondanza delle nutrie e la valorizzazione economica ed occupazionale del settore agricolo delle aree coinvolte nel progetto. Un esempio concreto di salvaguardia della biodiversità – continua Zipponi – che è la mission della Fondazione UNA Onlus, da realizzare attraverso progetti calibrati sulle esigenze dei singoli territori, insieme a soggetti appartenenti a mondi diversi che però condividono con noi un approccio concertativo e non conflittuale”.


L’evento voluto qui a Cremona – ha aggiunto Davide Viola, Vice Presidente della Provincia di Cremona – che ha portato ad esempio di buona pratica il Piano di contenimento delle nutrie costruito dalla Provincia, condiviso con Enti ed Istituzioni, con il patrocinio di rappresenta un modello operativo efficace per affrontare il contenimento di questa specie animale che reca danno al sistema economico ed ambientale. La collaborazione con Fondazione UNA Onlus Uomo Natura Ambiente, contribuisce a valorizzare il confronto tra i vari settori ambientalista, agricolo e venatorio, insieme a quello scientifico e accademico su tale complessa questione. Certamente molti problemi rimangono sul tappeto – ha concluso Viola – dalla necessità di fondi adeguati al Piano di contenimento a norme che agevolino sempre più le imprese agricole, i parchi, le istituzioni nella lotta alla nutria”.

La provincia di Cremona è dunque un esempio positivo di risposta immediata al problema del controllo delle specie aliene.

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