Scopriamo perché la protezione delle aree montane dagli animali selvatici è un aspetto cruciale per garantire la coesistenza tra agricoltura e fauna.

Il presidio degli ambienti montani da parte dell’uomo è un aspetto fondamentale e necessario che contribuisce alla cura e alla conservazione dell’ecosistema. L’esigenza di presidiare questi luoghi però genera molto spesso occasioni di interazione uomo-animale che possono scaturire in incidenti e/o episodi sgradevoli.

Ad esempio, l’interazione tra la pastorizia e la fauna carnivora (lupo, orso) può molto spesso generare episodi di predazione, che portano con sé malessere e conflitti, necessitando quindi interventi mirati di prevenzione.

Oppure le interazioni tra la fauna problematica, come il cinghiale, e l’agricoltura di presidio delle aree montane, costituita da pascoli, prati pascolo, terrazzamenti, che molto spesso sono oggetto di danneggiamento e necessitano di prevenzione, anche per il rischio idrogeologico.

Episodi di sovrappopolazione di alcune specie animali selvatici, in particolar modo ungulati, possono causare gravi squilibri ecosistemici delle aree montane, con depauperamento della flora montana, dovuto al sovrapascolamento degli stessi.

In quali aree montane Italiane ci sono più animali selvatici?

La fauna selvatica negli ambienti montani italiani è estremamente variegata e preziosa, costituita da circa 57.422 specie, di cui circa 56.168 invertebrati e 1.254 vertebrati (ISPRA, 2021). L’Italia ospita una vasta gamma di specie, alcune delle quali sono protette a livello nazionale e internazionale (ISPRA, 2021).

Alcuni animali selvatici in Italia sono però a rischio critico. Tra queste ci sono il grifone, la trota mediterranea, il tritone crestato italiano, la lontra, le farfalle, gli impollinatori, gli squali, i delfini e la tartaruga Caretta caretta.

Purtroppo, anche l’orso bruno marsicano e il camoscio appenninico sono minacciati. Tra le aree montane ove si annovera il maggior numero di specie, la fa da padrone l’arco alpino, costituito da una vasta rete di istituti di protezione, come i Parchi Nazionali, dal Parco Nazionale del Gran Paradiso al Parco Nazionale dello Stelvio.

L’area appenninica del centro Italia rappresenta anch’essa un’importante area ecosistemica di protezione della fauna selvatica, dove su tutti spicca il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. A sud della penisola un’importante area di conservazione della fauna selvatica è rappresentata dal Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Aree montane: come proteggerle dagli animali selvatici

Come proteggere le aree montane?

Proteggere le aree montane dagli animali selvatici è importante per preservare l’equilibrio tra la fauna e l’agricoltura.

Alcune strategie che possono essere adottate per gestire i danni causati dagli animali selvatici in queste zone possono essere (Bartolozzi et al.,2016):

  • Il contenimento numerico: consiste nel limitare il numero di animali che danneggiano le colture agricole. Tuttavia, ciò potrebbe essere difficile se l’abbattimento di tali animali è vietato o limitato, o comunque di difficile accettazione sociale.
  • Prevenzione con recinzioni e reti: l’utilizzo di recinzioni e reti è uno dei metodi più comuni per proteggere le colture dagli animali selvatici. Questo sistema di dissuasione è particolarmente efficace contro gli ungulati e i cinghiali. Ad esempio, la rete pastorale pesante anti cinghiale rappresenta una soluzione efficace per preservare gli investimenti e il lavoro degli agricoltori.
  • Protezione individuale delle piante: si può proteggere ogni pianta singolarmente, ad esempio utilizzando materiali come la rete metallica o la recinzione elettrificata.

La gestione delle aree montane attraverso azioni sinergiche che coinvolgano tutti gli stakeholders costituisce l’unico approccio gestionale possibile. Solo così queste aree possono sopravvivere, nella ricerca di un equilibrio tra la conservazione della fauna selvatica e la sostenibilità dell’agricoltura (Lucifero N. 2015).

Come la caccia di selezione aiuta a proteggere le aree montane

La caccia di selezione rappresenta un approccio che si sostituisce in un certo senso al ruolo naturale dei predatori. Questo tipo di prelievo venatorio infatti contribuisce al controllo della popolazione degli animali, aiutando a diminuire i danni alle coltivazioni e all’ambiente in generale. Inoltre, svolge anche un ruolo importante nella gestione del territorio e nell’equilibrio con la fauna.

La caccia di selezione è uno strumento utile per gestire la fauna selvatica e proteggere le aree montane, purché venga condotta in modo responsabile e sostenibile. Infatti, l’applicazione del prelievo selettivo garantisce, grazie proprio alle peculiarità di questa caccia, il minimo o nessun disturbo alle specie non target e minimo impatto sull’ecosistema.

Bibliografia

Nocentini S., 2018 – Aree protette e conservazione della biodiversità e delle foreste nelle aree montane: criticità e prospettive.

Indicatori ambientali | Indicatori ambientali (isprambiente.it)

Repertorio della fauna italiana protetta | Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (mase.gov.it)

Mattiello et al., 2022 Fauna selvatica e attività zootecniche in ambiente alpino: il contributo di SoZooAlp

Bartolozzi S., Capaccioli A., La Marca O., Notarangelo G., Sorbetti Guerri F., Racanelli V., 2016. Esperienze di difesa con repellenti di colture agrarie e forestali dai danni da cervidi.

Lucifero N. 2015. La fauna selvatica come patrimonio indisponibile dello Stato: evoluzione storica, fonti normative e configurazione giuridica del patrimonio faunistico tra bilanciamento degli interessi e tutele differenziate. In Lucifero N. “I danni all’agricoltura dalla fauna selvatica in agricoltura – Prevenzione e responsabilità.”

https://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/manuali-lineeguida/10673_MLG_68_2011.pdf

https://www.mase.gov.it/pagina/elenco-dei-parchi

Mercatelli S., Caccia al cinghiale, Editoriale Olimpia, Firenze 1984

Wotschikowsky U. – Heidegger A., Fauna e caccia sulle Alpi, Athesia, Bolzano 1991

Condividi

La natura non può essere lasciata sola. Fai la tua parte.

Supporta attivamente i nostri progetti facendo una donazione o diventando sostenitore. Puoi anche devolvere a Fondazione UNA il tuo 5×1000.

Blog