Delle circa 550 specie di uccelli presenti in Italia scopriamo quante sono quelle cacciabili nel rispetto dei calendari venatori regionali.

Ma quanti sono gli uccelli presenti in Italia? Per scoprirlo dovremmo consultare la “Lista CISO-COI 2020 degli uccelli italiani” con la quale la Commissione Ornitologica Italiana (COI) aggiorna periodicamente l’elenco delle specie che compongono l’avifauna nazionale e lo status di ciascuna di esse.

Di queste specie, sono solo circa 36 le specie di uccelli legalmente cacciabili, come stabilito dalla Legge 157/1992 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio.

È importante sottolineare che la regolamentazione sul prelievo venatorio di queste specie varia a livello regionale. Infatti, sono proprio le Regioni che emanano il “Calendario Venatorio Regionale”, al quale i cacciatori devono attenersi per praticare legalmente la caccia.

Scopriamo insieme tutto sugli uccelli cacciabili in Italia, a partire dalle normative di riferimento, fino ad arrivare alle logiche di gestione faunistica.

La delibera del calendario venatorio

È alle Regioni che spetta la delibera del calendario venatorio valido per una stagione venatoria. Come avviene la stesura del calendario?

La Regione dovrà tenere in considerazione tutte le fonti del diritto in materia, le più importanti in questo caso sono:

  • la direttiva comunitaria n°2009/147/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici;
  • la “Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici” redatta dalla Commissione Europea;
  • la legge 11 febbraio 1992, n°157 recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio;
  • la legge 11 giugno 2010, n. 96 “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alla Comunità europea”.

A queste, si affiancano le Leggi Regionali e il parere, non vincolante ma dall’alta considerazione, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

In alcuni casi la Regione può derogare rispetto alle normative generali, purché sussistano valide motivazioni. Tuttavia, questa e altre pratiche, sono sempre più spesso oggetto di ricorso presso i Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) da parte di alcune associazioni ambientaliste-animaliste. È per questo motivo che negli ultimi anni il contenuto e la durata del calendario venatorio sono dubbi.

Cacciare gli uccelli rispettando la legge

Abbiamo appena visto come “nasce” il calendario venatorio, scopriamo adesso cosa contiene al suo interno.

Ovviamente ci sono le specie cacciabili e i relativi limiti numerici e temporali di prelievo. Ad esempio, in Toscana ogni cacciatore potrà prelevare dal 2 ottobre al 30 gennaio 2024 massimo 20 beccacce, ma non più 3 capi al giorno.

Ci sono anche le indicazioni per praticare la caccia in deroga. Sempre utilizzando come esempio la Toscana, si potranno prelevare in deroga: lo Storno, il Piccione e la Tortora dal collare. Al fine di prevenire i danni alle coltivazioni agricole, come nel caso dei vigneti e degli uliveti.

Presenti nel calendario venatorio sono anche le regole per la caccia di selezione o braccata al cinghiale. Protagonista negli ultimi anni a causa dell’aumento esponenziale dei casi ma ultimamente, purtroppo, per l’arrivo della temibilissima Peste Suina Africana (PSA).

Infine, sono presenti le indicazioni per poter allenare i cani da caccia nel periodo estivo che precede la stagione venatoria. Queste regole, alcune volte considerate secondarie, sono invece molto importanti per tutelare i selvatici in un momento molto importante dell’anno, quello successivo alla riproduzione.

Gli uccelli solitamente cacciabili in Italia

Fornire una lista degli uccelli cacciabili in Italia è complicato, perché come abbiamo visto ogni Regione delibera il proprio calendario venatorio.

Possiamo però dire che ci sono alcune specie che storicamente possono essere cacciate, perché lo stato di salute delle loro popolazioni è buono, e sono:

  • la Quaglia, il Fagiano, la Starna e la Pernice rossa;
  • il Combattente e l’Allodola;
  • la Beccaccia e il beccaccino;
  • il Colombaccio, la Cesena, il Tordo sassello e il Tordo bottaccio;
  • l’Alzavola, la Canapiglia, il Codone, il Fischione, il Germano reale, la Marzaiola, il Mestolone e il Moriglione;
  • la Folaga, la Gallinella d’acqua, il Porciglione e il Frullino;
  • la Cornacchia grigia, la Ghiandaia e la Gazza.

A questi appena citati potremmo aggiungere anche Moretta e Tortora africana, la cui situazione però è incerta e in continua evoluzione durante l’anno.

Tuttavia, è semplice notare che nella lista sono presenti uccelli molto diversi da loro. Si spazia dai Galliformi agli Anatidi, dai Turdidi ai Corvidi. Questo implica che esistono forme di caccia molto diverse tra loro per praticare con successo la caccia a questi animali. Ad esempio, i Galliformi sono cacciati solo con l’ausilio del cane da ferma o da cerca. Al contrario, gli Anatidi sono principalmente cacciati da appostamento fisso con l’ausilio dei richiami.

Quali sono gli uccelli cacciabili in Italia

Il bracconaggio di uccelli non è caccia

Spesso le due attività sono “confuse” dai media ma, come abbiamo visto in precedenza, l’attività venatoria è fortemente regolamentata.

Il bracconaggio invece è una piaga da contrastare con forza. Le operazioni di contrasto condotte dalle forze dell’ordine, come i Carabinieri Forestali, sono spesso affiancate da operazioni di controllo condotte da volontari.
Tra i volontari abilitati a vigilare sul rispetto delle leggi in materia di caccia, fauna selvatica e ambiente, molti sono legati alle stesse Associazioni Venatorie: cioè sono cacciatori.

Questo testimonia l’attenzione della maggior parte dei cacciatori verso la tutela della fauna stessa. Perché, sono proprio i cacciatori ad essere una delle categorie più colpite dai danni recati dai bracconieri. Il danno più importante è quello dell’uccisione incontrollata di selvaggina ma, altrettanto importante, è il danno d’immagine che ne scaturisce quando le due categorie vengono ingiustamente accostate.

Bibliografia:

https://www.ciso-coi.it/cnt/uploads/2021/08/Lista-CISO-COI-2020-degli-uccelli-italiani-2020_Baccettie-Fracasso_AVOCETTA_45_2021.pdf

Legge 11 febbraio 1992, n. 157. Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). (2023). Rapporto annuale sul prelievo venatorio in Italia.

Ministero della Transizione Ecologica. (2023). Elenco delle specie cacciabili e relative disposizioni normative.

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