Il dissesto idrogeologico può essere prevenuto ma, prima è necessario conoscere le cause e le attività umane che lo acuiscono.

Le ultime estati sono state caratterizzate da temperature senza precedenti e da una siccità preoccupante per chiunque abbia a cuore il clima del nostro Pianeta e non solo.

Preoccupa anche quell’architrave naturale ed economica italiana rappresentata dalla nostra straordinaria biodiversità, che ci rende un Paese ricchissimo sia dal punto di vista turistico che agricolo.

Se da un lato questa ondata di caldo eccezionale ha ulteriormente nutrito il rischio di incendi, dall’altro sappiamo ormai che la siccità ha un’altra faccia: quella delle alluvioni e delle cosiddette “bombe d’acqua”. Eventi che trasformano l’acqua da necessaria e fondamentale alleata a pericolosa nemica.

Tutti questi fenomeni naturali però sono purtroppo più dannosi perché acuiti dall’attività dell’uomo. Infatti, nel corso dei decenni, si è assistito spesso a una gestione scellerata del territorio, correlata spesso alla massimizzazione del profitto economico.

Le cause del dissesto idrogeologico

Così come per gli incendi, le attività umane che mettono a rischio la stabilità del nostro delicato ecosistema e, in particolare, la tenuta dei terreni nei pressi dei corsi d’acqua sono molteplici. Eccone gli esempi più eclatanti:

  1. La cementificazione, sia essa legale o abusiva, riduce la permeabilità dei terreni. Per questa ragione l’eccesso di cemento tipico delle zone limitrofe ai corsi d’acqua rende quelle aree particolarmente pericolose;
  2. La deforestazione, contraltare della prima causa, è la seconda causa del dissesto idrogeologico. La drastica riduzione della vegetazione e delle sue radici, riduce la stabilità e la tenuta dei terreni, compromettendo i processi idrologici;
  3. L’agricoltura intensiva, merita purtroppo attenzione in stretto legame con la deforestazione. Ancora una volta il taglio degli alberi, l’eccessivo sfruttamento del suolo e l’indiscriminato consumo idrico danneggiano pesantemente i terreni;
  4. L’assenza di manutenzione dei terreni, in particolare quelli delle alture, è un altro elemento che aumenta in maniera sostanziale il rischio di frane e valanghe. Dato che quei terreni rivestono un ruolo fondamentale nella prevenzione di tali catastrofi, facendo da prima barriera naturale;
  5. Il prelievo di risorse dal sottosuolo aggrava anch’esso le tenute dei terreni, siano esse risorse minerarie, idriche o di idrocarburi;
  6. Intervenire sui corsi d’acqua, deviando il percorso per scopi principalmente edilizi, è una singolare abitudine molto pericolosa.

Queste sono le principali cause ma è importante soffermarsi su quali possono essere le contromisure da attuare. Infatti, spesso è l’uomo il vero protagonista ma questo fenomeno può essere contenuto attraverso lo studio approfondito delle cause, la prevenzione e la messa in pratica di alcune buone abitudini.

Dissesto idrogeologico: un problema in aumento

Cosa si intende per dissesto idrogeologico

Nel parlare delle recenti catastrofi in termine di alluvioni, a tutti sarà capitato di sentir parlare di dissesto idrogeologico; ma di cosa si tratta esattamente?

È un insieme di avvenimenti, quasi tutti causati da un’eccessiva attività umana, che portano ad un impoverimento e alla degradazione del suolo, rendendo il terreno meno stabile e più suscettibile a frane, alluvioni ed erosioni.

Questi eventi derivano dall’interazione di fattori fisici, come la morfologia del territorio e il clima, e attività umane insostenibili, tra cui l’urbanizzazione selvaggia, il disboscamento intensivo e l’agricoltura non regolamentata.

Le precipitazioni estreme, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, aumentano la pericolosità di tali fenomeni, trasformando le aree vulnerabili in potenziali zone di disastro. Il dissesto idrogeologico non è quindi solo un problema ambientale, ma un rischio sistemico che minaccia la sicurezza delle infrastrutture, delle comunità e degli ecosistemi, richiedendo interventi mirati e una gestione territoriale consapevole basata su dati scientifici affidabili.

Prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico

L’unica via percorribile è la riduzione del nostro impatto sul territorio. Risulta chiaramente leggendo le cause di questo fenomeno inoltre, la ricerca del profitto è spesso il comune denominatore.

Per prevenire le principali catastrofi ambientali che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi 30 anni, l’unica soluzione è ridurre l’impatto delle attività economiche umane sul territorio e, ove possibile, cercare di riparare ai danni fatti.

Come? Lavorando alla riforestazione delle aree un tempo boschive, controllando lo sviluppo edilizio dei centri urbani, manutenendo e pulendo i letti e gli argini dei fiumi, restituendo alla natura alcuni degli spazi portati via dall’agricoltura intensiva.

Presenza umana e dissesto idrogeologico

Sono diverse e sfaccettate le attività umane che contribuiscono ad aumentare il rischio di dissesto idrogeologico. L’Italia, in virtù della sua morfologia variegata e dell’elevata presenza di bacini idrici, è un territorio ad altissimo rischio idrogeologico, dove fenomeni estremi di questo tipo si verificano sempre più spesso, minacciando città, aree rurali e la sicurezza dei cittadini.

Attività umane come la deforestazione e il disboscamento per far spazio all’agricoltura intensiva hanno indebolito i terreni, riducendone la loro capacità di trattenere acqua e di resistere alle frane. Inoltre, la deviazione dei corsi d’acqua per scopi edilizi e il prelievo indiscriminato di risorse minerarie aggravano ulteriormente la fragilità del territorio.

Le conseguenze di questi interventi sono esasperate dai cambiamenti climatici, che intensificano eventi meteorologici estremi, rendendo evidente come una gestione irresponsabile del suolo comprometta la sicurezza ambientale ed economica del Paese.

Cosa facciamo noi di Fondazione UNA

Fondazione UNA, grazie alla presenza sui territori delle sue Associazioni che lavorano insieme ai Paladini del Territorio, contribuisce alla tutela e alla salvaguardia delle aree boschive.

Nelle operazioni di pulizia degli ambienti e degli ecosistemi, infatti, particolare importanza rivestono le aree limitrofe ai fiumi e ai corsi d’acqua, così delicate e attenzionate.

Quella che potrebbe sembrare un’attività di scarsa rilevanza assume quindi un connotazione fondamentale nella prevenzione del dissesto idrogeologico del nostro Paese. È un bene quindi che eventi come l’Operazione Paladini del Territorio raccolgano sempre più adesioni tra cacciatori, pescatori e amanti della natura in generale.

Per questo, quella che era un’Operazione una tantum, è adesso un’attività continuativa e organizzata che nel corso del 2024 ha già coinvolto più di 4500 volontari impegnati nelle diverse iniziative organizzate dalle oltre 130 sezioni territoriali.

Un successo crescente che testimonia come sempre più persone siano interessate alla cura del territorio nel quale vivono.

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